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Genius mi intervista : “Backstage. Il talento di Noemi Commendatore”

“Confondo i sogni con la realtà e li trasformo in fotografie”. Così si definisce Noemi Commendatore su Facebook alla voce lavoro. Una bella definizione che sottintende una passione. Quando nasce questa passione?

Sì, la fotografia è per me una passione. A quattrodici anni non andavo a scuola e andavo con le amiche in giro a fotografare. Inizialmente un gioco perchè non mi sentivo mai all’altezza della fotografia, poi ci ho lavorato per dieci anni nei settori più diversi. La fotografia è un’arte e farlo diventare un lavoro per me la sminuisce.

Genius ha pubblicato “Num semu nenti”, uno splendido racconto fotografico di uomini e donne. Delle loro storie disegnate sui volti segnati dal tempo. Dove sono state realizzate le fotografie? 

Sono fotografie a cui tengo molto. Le ho realizzate nella Casa di riposo Centro anziani Ain-Karim a Carlentini, in provincia di Siracusa. Mi sono ritrovata in loro, nei loro visi solcati dal tempo, in quelle donne e quegli uomini, in ogni loro emozione che mi è rimasta dentro. E’ stata per me un’esperienza, oltre che fotografica, di vita.

Com’è avvenuta la scelta del luogo?

La direttrice della Casa di riposo, Suor Anna, con la passione per la musica, ha voluto venissero realizzati dei videoclip musicali con l’obiettivo di presentare e vendere il suo CD per raccogliere, a scopo benefico, dei soldi da destinare alla costruzione di scuole o orfanotrofi in Nigeria. Suor Anna è infatti nigeriana. Dopo l’ultima mostra fotografica di “Num semu nenti” il cantautore Felice Romano, innamoratosi del mio reportage e del mio racconto di quell’esperienza di vita all’interno della casa di riposo, ha realizzato una canzone dal titolo “Siamo niente”’ .

Davvero intensi i volti di quegli uomini e quelle donne, ma parliamo di queste ultime. Donne e fotografia. Hai realizzato reportage che affrontano temi sociali, come l’anoressia e la bulimia. E hai fotografato donne in stile Pin-Up… C’è un messaggio dietro? Un modo diverso di raccontare le donne, rispetto all’immagine pubblicitaria?

Sì, ho fatto per due anni moda e pubblicità, ritrovandomi in sala posa e in varie location, dove nulla era lasciato al caso, il soggetto  assumeva  la forma e la luce che io stessa desideravo, era tutto perfetto e questa precisione mi aveva stancato. Mi ero stancata anche delle modelle anoressiche, cosi  ho scelto di fotografare modelle dalla taglia 44 in su. Una donna in carne mi mette allegria. Io vado sempre controcorrente, non mi piace stare dietro alle tendenze.  Dopo aver quindi approfondito i miei studi sulle Pin-Up degli anni ‘50 ho scelto di fotografare donne con le curve, donne che nonostante qualche chiletto in più  sanno essere  belle, sensuali e scherzose, come erano le vere Pin Up.

E poi realizzi foto di scena per il teatro e il cinema…

Sì, la mia passione forte per il teatro mi ha spinto a dedicarmi alla fotografia di scena.

Come ci si prepara per meglio rappresentare uno spettacolo e i suoi interpreti attraverso la fotografia?

Vivendo delle emozioni degli attori. Vedo più volte lo spettacolo, la prima volta lo guardo soltanto. Le foto per me non sono mai sufficienti per esprimere le emozioni che il teatro mi regala.  Nel caso del cinema, invece, il contesto è un po’ più preparato.

Lungo curriculum il tuo, dove non mancano i riconoscimenti…

Ho vinto il primo premio, nel 2009, a Randazzo Arte con una fotografia sulla mia terra: la Sicilia.

Ho esposto “Pin-up” in due personali (marzo 2010 e aprile 2010) e in una collettiva (ottobre 2011) al Mediterraneum photo Festival di Catania. E “Interazione corporea” a Napoli (aprile 2011).

Ho esposto “Num semu nenti” a Randazzo Arte (luglio 2011), all’Isola del Cinema sull’Isola Tiberina di Roma (agosto 2011) e presso il Centro anziani di cui ti parlavo. Sono stata invitata prossimamente a esporla in una galleria di Zurigo. Spero di poterla esporre, chissà, anche a Trieste…

Ulteriori progetti futuri?

Ho dei progetti fotografici insieme ad Alessandro Preziosi, di cui sono la fotografa di scena, ma preferisco non anticiparli. Vorrei poi preparare una mostra itinerante, un insieme di foto luci suoni e colori, un progetto che ho in mente già da tempo. “La Fotografia va sperimentata a  360° gradi , non fermatevi mai a guardare da una sola prospettiva”.